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W97-MARCELLUS, L. DE MARTIN DU TYRAC DIRETTA AL MUSICISTA 2024 MICHELE BOLAFFI,1829(Marcellus né in Lot-et-Garonne 1795-1865). Conte. Diplomatico, viaggiatore in Oriente e scrittore. Nel 1820 portò da Costantinopoli a Parigi la "Venere di Milo".LETTERA AUTOGRAFA FIRMATA CONTE DE MARCELLUS. datata: Paris, 18 MAGGIO 1829, p.1, rr.18. TESTO In francese diretta al musicista Michele Bolaffi - che tra laltro fu maestro di cappella alla Corte di Luigi XVIII (1816 - 1818), poi di quella di Toscana in Livorno (1835). Ringrazia e 2024 si schermisce, per lonore che il Bolaffi gli ha fatto di mettere in musica il suo Cantico di Mosè. Lettera molto bella ma soprattutto documento interessantissimo, poiché porta prove dellattività musicale del Bolaffi, che, come è stato notato, solo gli studi recenti iniziano a dargli il giusto riconoscimento come compositore. In passato, Bolaffi, che oggi viene annoverato tra i massimi della musica sacra ebraica in Italia venne "disperso". Lodoïs de Martin du Tyrac de Marcellus: Il fut secrétaire dambassade à Constantinople (1815-1820). En 1820, il intervint de manière efficace pour que la Vénus de Milo ne soit pas transbordée sur un navire turc, et puisse parvenir en France.Premier secrétaire dambassade à Londres sous Chateaubriand (1821), il fut ensuite chargé daffaires près du même gouvernement (1822).En 1824, il fut envoyé extraordinaire à Madrid, puis envoyé près de la cour de Lucques (1826-1829).En 1829, il se vit proposer le poste de sous-secrétaire dÉtat aux Affaires étrangères par le Gouvernement Jules de Polignac, poste quaprès réflexion il refusa.La monarchie de Juillet le fit se retirer de la vie publique.Il mourut à Paris le 28 avril 1861, et fut enterré dans léglise de Marcellus.ANEDOTTO SULLA VENERE DI MILO: Lagente consolare francese Brest riuscì ad acquistarla (dopo averne chiesta lautorizzazione con lettera del 12 aprile) per conto del marchese de Rivière ambasciatore a Costantinopoli, che intendeva donarla al re di Francia Luigi XVIII. Ma quando il segretario dambasciata visconte Marcellus si presentò per ritirarla, trovò che i maggiorenti dellisola lavevano consegnata a un monaco armeno che voleva farne dono a un principe greco. Ma, non avendo il monaco dato altro che un acconto, il Marcellus, avendo aggiunto qualche cosa sul prezzo (che salì in tal modo dai 1200 ai 1500 franchi) dopo due giorni di discussioni e un pagamento in contanti, riuscì ad imbarcare la statua sulla sua nave da guerra. Da questo contrasto nacque poi la leggenda di una vera e propria rissa sulla spiaggia di Milo, nel corso della quale la statua avrebbe perduto le braccia, mancanti, resa più drammatica dalla vista di un bastimento inglese che puntava sulla rada e al cui comandante si supponeva lintenzione di entrare in gara per il possesso della statua. In realtà non vi fu conflitto ma solo la minaccia di far entrare in azione i 50 uomini che il Marcellus aveva ai suoi comandi sulla nave.

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